#29 Guida "MICIPORTO IN MOSTRA"
Tutto quello che dovete sapere delle grandi mostre in arrivo nel 2025 e non solo.
Eccoci di nuovo qui , in un sabato mattina uggioso di Gennaio, come state?
Torno da voi con una guida dedicata alle prime grandi mostre di questo anno, quelle da non perdere e da segnare in agenda, con un calendario diviso per città così potete pensare di abbinare la mostra e parallelamente organizzare un viaggio/weekend fuori porta.
Prima però voglio condividere con voi un pensiero e annunciare la prima novità della newsletter Miciporto.
Cominciamo e buona lettura.
SPOILER ALLERT: di questa newsletter potrai leggere solo una parte, la versione completa è riservata agli abbonati. Non vorrai mica perderti il finale, vero? Se cerchi una relazione seria con il mondo dell’arte, dei viaggi e vuoi una visione nuova delle città d’arte, allora non puoi fare a meno di abbonarti. È come un matrimonio, ma senza litigi e con molte più soddisfazioni. Se poi non sarai soddisfatta o soddisfatto potrai sempre divorziare e disiscriverti quando vuoi.
📝 L’ARTE E LA BELLEZZA NON CI SALVERANNO.
Non sto delirando, seguite il ragionamento.
Negli ultimi giorni, il tempo sembra scorrere veloce, scandito da un viaggio dopo l’altro, tra la costruzione di un experience e l’altra (non vedo l’ora di presentarvi tutte le experience che sto costruendo per Miciporto). Nel frattempo, mi trovo a scoprire luoghi d’arte straordinari, entro in posti senza tempo, ammiro opere dalla bellezza disarmante, ma ciò che mi colpisce di più, come sempre, sono le persone che incontro lungo il cammino: professionisti, artisti, artigiani, che, con la loro umanità e il loro talento, riescono a riempirmi e arricchirmi interiormente. Il confronto diretto con le loro esperienze, la passione e il modo in cui vivono la loro arte mi ha portato a riflettere su un concetto che, per molto tempo, ho considerato una vera filosofia di vita.
Per chi è approdato qui da poco spiego in breve perché parlo di experience. A fine febbraio, sarà online il sito Miciporto.com dove sarà possibile acquistare experience legate alla (ri)scoperta del nostro patrimonio artistico e culturale. Le experience di questo “atelier esperienziale” (come lo definisco io) sono pensate per esplorare le città in modo autentico e consapevole, attraverso visite a luoghi poco noti e sopratutto attravero incontri con artigiani e professionisti per vivere momenti unici e indimenticabili.
Vi invito a seguire la pagina IG @miciporto e se volete approfondire vi lascio un link che vi spiega il DNA del brand e dell’agenzia 👉🏻 Scopri qui
Ho sempre creduto, e ripetuto come fosse un mantra, che l’arte e la bellezza ci salveranno. Educarmi al bello, allo studio dell’arte, e cercare la bellezza in ogni dettaglio che mi circonda è stato un pilastro fondamentale del mio percorso, una sorta di missione personale. Tuttavia, ora sono arrivata alla conclusione che non sarà ne l’arte ne la bellezza a salvarci, quantomeno non da soli.
Più volte in questo periodo mi sono domandata: cosa significa, davvero, dire che "la bellezza ci salverà"?
bellézza Qualità di ciò che appare o è ritenuto bello ai sensi e all'anima. La connessione tra l'idea di bello e quella di bene, suggerita dalla radice etimologica (il latino bellus "bello" è diminutivo di una forma antica di bonus "buono"), rinvia alla concezione della b. come ordine, armonia e proporzione delle parti, che trovò piena espressione nella filosofia greca. In seguito, la nozione di b. è diventata categoria autonoma, caratterizzata dalla capacità del bello di essere percepito dai sensi. Dalla dottrina del bello come 'perfezione sensibile' nasce e si afferma, nel 18° sec., l'estetica come disciplina autonoma riguardante il bello.
Definizione tratta da Treccani
La bellezza, così come l’arte del resto, e’ un concetto che, in fondo, si “riduce” a una percezione estetica e profondamente soggettiva. Non esiste un "oggettivamente bello", perché la bellezza tocca corde intime e profonde, e ogni anima vibra in modo diverso. L’estetica, da par suo, risponde a canoni imposti, schemi elaborati da altri, e spesso ci limita a percepire ciò che “è bello” attraverso un filtro esterno.
In questi mesi, dedicati alla costruzione delle experience per Miciporto, mi sono resa conto di una cosa che ho fatto inconsciamente: prima di cercare luoghi d’arte, ho voluto trovare storie da raccontare.
Fin dall’inizio, il mio desiderio era quello di fondare un’agenzia con un DNA unico e ben definito. Mi sono detta: tutti possono entrare in una chiesa o in un museo, consultare un libro o una guida per scoprire cosa rappresenta storicamente un luogo, un’opera, o una strada. Non è difficile raccogliere curiosità e informazioni se si è minimamente curiosi. Cosa puoi fare di diverso allora Isa? Perché le persone dovrebbero spendere soldi per acquistare le tue experience? Mi sono risposta che potevo raccontare le storie e riportare la curiosità e l’attenzione verso il nostro savoir-faire: il nostro saper fare. Un percorso che non partiva dall’opera, ma dal come si fa, dal contesto, dall’ambiente, dal valore umano nella quale è nata.
Parlare con: artisti, artigiani, direttori di musei, di biblioteche, parroci, librai; mi ha dato una visione completamente nuova. Ho ribaltato il mio punto di vista.
Non è semplicemente lo stupore e la bellezza in se che va cercata, quello è un appagamento visivo e momentaneo, ma è il valore umano, il racconto, la storia, il come è fatto. Non è solo il bel quadro, la bella chiesa, il meraviglioso palazzo, non è l’estetica, non è la bulimia di foto, che ci salverà. Quello non è arricchimento. Ci salverà la consapevolezza di cosa vuol dire realmente patrimonio culturale e artistico.
L’arte, in Italia, non bisogna andarsela a cercare.
Non è un passatempo a pagamento, lo svago dei ricchi la domenica pomeriggio. No, l’arte è un fatto ambientale. Quasi tutti ci sbattiamo la faccia ogni giorno: uscendo di casa, andando al lavoro, passeggiando. Perfino all’italiano su cinque che ormai vive in periferie, o in non-luoghi che nulla hanno a che fare con la nostra storia, capita di incontrarla: anche solo facendo documenti nel palazzo comunale, o camminando in campagna. Possiamo decidere di vederla, o non vederla, capirla o non capirla, amarla o essere indifferenti. Ma non uscirà in nessun caso dalla nostra esperienza. Capirla vuol dire capire il nostro Paese, noi stessi, il nostro futuro. Non capirla significa rimuovere una parte determinante della nostra esistenza. In America l’arte del passato è una bellissima mela tenuta in vita nel congelatore di lusso che è il museo. In Italia, invece, è una mela viva, attaccata al ramo del suo albero. E in Italia l’albero, e ancor più l’insieme degli alberi, è più importante delle singole mele, o della somma delle mele. In altre parole, l’arte non è mai solo la singola opera, il preteso ‘capolavoro assoluto’: l’arte è la relazione tra le opere. È il contesto il vero, inarrivabile, capolavoro dell’arte italiana. Il tessuto continuo di natura e arte, figure e parole, storia e idee che ci avvolge e ci dà forma anche se non lo comprendiamo. L’arte è una cosa sola con l’ambiente: come la carne e la pelle di un corpo, che è il territorio del nostro Paese. Non esiste, in Italia, un ‘ambiente’ senza arte: e un’arte senza il suo ambiente non sarebbe comprensibile, anzi non sarebbe nemmeno concepibile.”
Tomaso Montanari 👉🏻 link Patrimonio Culturale
La bellezza è un concetto così personale che diventa quasi inafferrabile. Ciò che ad esempio io trovo affascinante in un'opera di Anselm Kiefer, magari per il suo senso di estraneità o per le emozioni che suscita, potrebbe lasciare completamente indifferente qualcun altro. Ma se oltrepassassimo il giudizio estetico e ci addentrassimo nel processo creativo dietro quell'opera, e al contesto sociale le cose cambierebbero radicalmente.
Immaginiamo di scoprire come l'artista lavorava i pigmenti o la foglia d'oro, utilizzando tecniche antiche e quasi dimenticate. O di vedere le mani di un artigiano intento a restaurare un monile con la stessa preziosa foglia. A quel punto, non parleremmo più solo di bellezza o di arte, ma di qualcosa di più profondo: patrimonio artistico-culturale. Quell'insieme cioè di conoscenze, tecniche e oggetti che ci connettono al passato e definiscono l’identità di un luogo e dell’ambiente che lo circonda.
È proprio in questo senso che la bellezza, non può salvarci da sola. Ciò che può davvero farci sentire parte di qualcosa di più grande è la consapevolezza che il nostro patrimonio culturale è vivo e pulsante ed è nostro. Che ci sono ancora oggi artisti e artigiani, professionisti, che tramandano di generazione in generazione saperi e tecniche antiche. Ci sono ancora uomini e donne che conoscono storie passate e le riconnetto con il presente.
Questo vale per l’Italia ma più in generale per il mondo, altrimenti rischiamo di ridurre il tutto come sempre al “io sono meglio dì”. No il punto non è questo, va oltre.
Ci salverà, la curiosità di andare oltre, appunto, di voler riappropriarci delle storie, di volerle ascoltare. Ci salverà spegnere ogni tanto il telefono mentre qualcuno ci spiega qualcosa, o mentre un oste ci racconta un piatto della tradizione. Ci salverà capire che non è il quadro, ma è il “meticcio” di storie che lo hanno portato ad essere opera totale per il mondo intero. Il patrimonio artistico e culturale di una nazione, non appartiene solo a quella Nazione ma a tutte le Nazioni.
Ci salverà, capire che la foto, non ci restituisce il valore di quello che vediamo se non impariamo a guardare, e che a casa ci dobbiamo portare le storie da tramandare. Altrimenti tutto andrà perso e tutto sarà mercificabile e vendibile.
Pippozzo finito, grazie per essere arrivate e arrivati fin qui 🙏
Spero che questa non resti una conversazione a senso unico quindi se volete fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti. Ci terrei a conoscere la vostra opinione come sempre.
📝 CONSIGLI DI LETTURA A TEMA. Se vi va di approfondire.
📍 Economia e gestione dell’eredità culturale. Dizionario metodico essenziale,Massimo Montella
📍Il museo necessario. Mappe per tempi complessi, di Simona Bodo e Anna Chiara Cimoli
📍 Museologia radicale, di Claire Bishop
📍Istruzioni per l’uso del futuro. Il patrimonio culturale e la democrazia che verrà, di Tomaso Montanari.
📝 Miciporto avrà la sua prima Rubrica in collab.
Come vi avevo anticipato, quest'anno la newsletter si arricchirà di contenuti sempre più interessanti e variegati, dedicati all'arte, alla cultura e all'artigianato ma anche a tanto, tanto altro.
Per iniziare in bellezza, sono felice di presentarvi una nuova rubrica che si chiamerà “Guardare oltre l’arte” e sarà curata da Eleonora Rebiscini, esperta di comunicazione culturale e fondatrice di 👉🏻 Hubove Studio.
Eleonora vi ha scritto due righe per presentarsi
Ciao sono Eleonora Rebiscini, ogni giorno esploro le connessioni tra arte, editoria e mondo digitale: a volte tutto sembra confuso, altre volte riesco a dargli un senso. Nella mia rubrica mensile su Miciporto racconto come viviamo e percepiamo l’arte, attraverso libri, luoghi ed esperienze culturali. Sono sempre alla ricerca di nuove prospettive per leggere (e vedere) il mondo.
Su substack mi trovate con la newsletter 👉🏻 Non è lavoro (io aggiungo che dovete iscrivervi perché Eleonora scrive davvero molto bene e nella sua newsletter tratta temi molto interessanti)
🖌️ “Guardare oltre l’arte” : cosa ci racconterà Eleonora.
Se la vista è fondamentale per vivere e fruire l’arte (ma non l’unico senso da attivare, come ci insegna Miciporto), è altrettanto vero che questa grande fetta del mondo è fatta di cose che nessuno conosce davvero. Quali libri ci aiutano a interpretare la realtà culturale di oggi? In che modo viviamo l’esperienza di visita in un museo? Come possiamo, da cittadini attivi, fruire al meglio del nostro patrimonio culturale? In questa rubrica mensile (vi arriverà ogni 30/31 del mese) proverò a rispondere a queste domande, esplorando l’arte attraverso libri, luoghi ed esperienze.