#12 Arte in Fiera a Bologna e non solo
Recap con suggerimenti vari di due giorni trascorsi a Bologna
Bentrovate e bentrovati miciportine e miciportini, come state?
Siete pronte e pronti alla settimana Santa del festival di Sanremo? Siete pronte e pronti ad andare a dormire all’alba e imprecare la mattina per andare in ufficio?
Sopratutto avete la vostra squadra al FantaSanremo? Io ne ho 5 ognuna in una lega diversa… Sono competitiva? Assolutamente si…
Sarà una settimana complicata ma ce la portiamo a casa ne sono certa, resistiamo.
Sono appena tornata da Bologna dopo due giorni belli, intensi, passati tra Arte bellezza, amici e buona cucina, un fine settimana che mi ha rigenerato e fatto (ri)scoprire una città davvero affascinante.
Conoscete Arte in Fiera la manifestazione d’Arte che si svolge a Bologna una volta l’anno?
No?…
Ve la racconto, perché le fiere di settore forniscono sempre una panoramica abbastanza realistica su quello che sta succedendo all’arte contemporanea e ci fa capire dove sta andando.
Le origini: Quando nasce ARTE IN FIERA?…
Era l'anno 1974. L'Italia era in fermento. La stagione delle contestazioni volgeva al termine, lasciando spazio a un nuovo fermento culturale. A Bologna, città da sempre crocevia di idee e avanguardia, un gruppo di visionari decise di scommettere sull'arte moderna e contemporanea. All'interno della Fiera Campionaria di Bologna, nacque quindi una piccola sezione dedicata all'arte del XX secolo.
Un'idea audace, che si rivelò subito un successo.
Galleristi, artisti e appassionati provenienti da tutta Italia accolsero con entusiasmo questa nuova proposta.
Perché Bologna?
La scelta non fu casuale. Bologna era già un centro culturale di primaria importanza, con una ricca tradizione artistica e una vivace scena universitaria. Inoltre, la città vantava una posizione strategica, facilmente raggiungibile da tutta Italia. Arte Fiera si rivolgeva a un pubblico eterogeneo, dai collezionisti esperti ai semplici curiosi. L'obiettivo era quello di democratizzare l'arte, rendendola accessibile a tutti.
Le prime edizioni furono caratterizzate da un'atmosfera pionieristica. Le gallerie erano allestite in padiglioni spartani, ma l'entusiasmo era contagioso. La fiera divenne rapidamente però un punto di riferimento per il mercato dell'arte italiana, contribuendo a far conoscere nuovi talenti e a promuovere la cultura artistica contemporanea.
Nel corso degli anni, Arte Fiera si è evoluta e ampliata, diventando una delle fiere d'arte più importanti d'Europa. Oggi, la manifestazione ospita oltre 200 gallerie provenienti da tutto il mondo, offrendo un panorama completo dell'arte moderna e contemporanea.
Facendo due calcoli avete sicuramente compreso che quest’anno la manifestazione compiva il suo cinquantesimo compleanno (anche se le manifestazioni effettive sono state quarantasette); questo vi fa rendere conto di quanto l’Arte contemporanea sia da sempre importante per la cultura del nostro paese.
Questo tipo di manifestazioni sono aperte a tutti, e questo è il concetto che mi preme di più. Spesso questo punto fondamentale non viene percepito dall’utente finale, la comunicazione che viene fatta sembra sempre rivolta solo alle persone del settore, ma non è così, come vi dicevo qualche riga sopra “L'obiettivo di queste fiere era ed è quello di democratizzare l'arte” rendendola fruibile a tutti.
Arte in fiera a Bologna come anche la prestigiosa Art Week di Torino, rappresentano l’opportunità che ognuno di noi ha di approcciarsi all’arte contemporanea avendone costantemente presente l’evoluzione e la trasformazione.
Durante queste manifestazioni, si è a contatto diretto con le opere, con i Galleristi e con molti Artisti. Si può parlare con loro, ci si può far raccontare le opere o acquistarle per chi ne ha possibilità.
Queste fiere sono un modo diretto di condividere e comprendere l’arte moderna e contemporanea guardandola direttamente in faccia.
📌 Durante le giornate di Arte in fiera oltre alla fiera, si svolgono in tutta la città eventi e mostre (spesso gratuite) collaterali, fanno parte delle manifestazioni di ART CITY che creano fermento culturale in ogni vicolo.
📌 A tal proposito vi suggerisco (se vi capiterà di andare a Bologna) una delle mostre che ho visitato e che si protrarrà fino al 7 Aprile, parlo della mostra dedicata a Mimmo Paladino a Palazzo Boncompagni.
L'artista, poliedrico nel suo approccio creativo, ha esposto opere a Bologna dopo molti anni, città con cui ha stretti legami, compresa un'amicizia con Lucio Dalla.
La mostra "Mimmo Paladino nel Palazzo del Papa" presenta una ventina di opere significative degli ultimi vent'anni di Paladino, tra dipinti e sculture di grandi dimensioni. Il percorso della mostra si snoda tra gli spazi interni ed esterni del Palazzo, creando un'esperienza immersiva. La Sala delle Udienze Papali è il fulcro dell'esposizione, con una monumentale installazione di tredici cavalli neri e figure di Guerrieri accoglienti all'ingresso della Loggia coperta. La presenza ricorrente dei cavalli nelle opere richiama gli affreschi iconografici del Palazzo, simbolizzando la forza vitale e l'energia indomita nell'affrontare le difficoltà umane. L'artista sottolinea che il nero dei cavalli rappresenta energia positiva. Le opere, collocate strategicamente, interagiscono con l'architettura del luogo, dialogando con affreschi e raffigurazioni.
Paladino crea una connessione tra Oriente e Occidente nella sua concezione del sacro, esprimendo il mistero della natura e degli uomini attraverso linguaggi simbolici. La mostra evidenzia sei dipinti delle Madonne nere, icone popolari che vanno oltre la dimensione religiosa per diventare simboli protettivi nella tradizione.
L'artista, dialogando con il passato e gli archetipi, esprime la profonda necessità di cogliere il mistero della vita e della morte che unisce gli uomini di tutti i tempi. C’è un arcaismo nelle opere di Paladino come a rappresentare un ritorno alle radici culturali, proiettate in un futuro sconosciuto.
Paladino stesso parla della sua cultura visiva come stratificazione, con riferimenti al paesaggio fisico e mentale del sud d'Italia e all'architettura che incorpora frammenti e tracce di epoche diverse.
Vi consiglio di non perderla perché oltre alle opere potrete ammirare la bellezza di Palazzo Boncompagni.
📌 Sempre in ambito Arte in fiera, un’alta mostra che rimarrà aperta fino al 5 maggio è “Morandi Metafisico. Tre Disegni. Una storia.”
La mostra, celebra il 60° anniversario della morte di Giorgio Morandi e si tiene nella casa di Morandi a Bologna, dove vengono esposti i modelli utilizzati dal pittore per le opere della stagione metafisica (1918-1919).
La mostra documenta la scoperta del mondo metafisico nell'opera di Morandi, e presenta disegni metafisici provenienti dal Museo Morandi, accostati a oggetti e documenti. Morandi ha realizzato oltre 1400 dipinti catalogati, con i suoi primi lavori giovanili (1910-1920) influenzati da Futurismo e Cubismo. Durante la Prima Guerra Mondiale, Morandi, riformato per motivi di salute, produce opere di grande importanza, unendo lezioni cubiste a influenze di artisti come Giotto e Rousseau. In seguito, si avvicina alla Metafisica attraverso la rivista "La Raccolta" e si distingue per una metafisica che, a differenza di altri, non rimanda a concetti intellettuali ma rappresenta oggetti quotidiani in uno spazio apparentemente sospeso.
La mostra evidenzia 21 opere dell’artista con affinità stilistica alla Metafisica, conservate in importanti musei italiani. Tre disegni del Museo Morandi, risalenti allo stesso periodo, sono ritenuti parte di questa fase, presentando nature morte e un vaso di fiori.
I disegni sono di particolare valore documentario e storico, poiché Morandi li ha realizzati utilizzando il verso di cedole librarie della casa editrice "Valori Plastici". Questi fogli, acquisiti dal Comune di Bologna nel 1999, arricchiscono la collezione del Museo Morandi.
📌 Sempre in concomitanza con ART CITY presso la Sala Convegni Banca di Bologna di Palazzo De’ Toschi si tiene la mostra "Abbandona gli occhi" di Patrick Tuttofuoco che avete tempo di ammirare fino al 18 Febbraio.
L'artista, noto per l'uso di materiali industriali e sintetici, presenta nuove produzioni e lavori recenti che esplorano il tema della trascendenza e dello stato di semi-coscienza.
La mostra coinvolge lo spettatore nell'esperienza artistica, con opere che ripetono la figura di un corpo molle in diverse forme, sottolineando il concetto di abbandono e liberazione delle suggestioni.
Il titolo "Abbandona gli occhi" suggerisce al pubblico di immergersi nell'energia delle opere anziché osservarle distaccati. L'uso di materiali come il metacrilato e il marmo, insieme a lavori al neon e sculture, evidenzia la varietà della pratica artistica di Tuttofuoco.
Patrick Tuttofuoco, docente alla NABA di Milano, utilizza la sua arte per esplorare il dialogo tra individuo e ambiente, mescolando Modernismo e Pop e enfatizzando il concetto di comunità e integrazione sociale.
📌 Se c’è un Arte che fa riflettere e con ironia mettendoci davanti a domande spesso dalle risposte anche scomode è quella del trio artistico CANEMORTO.
Presso Palazzo Vizzani, sede dell'associazione Alchemilla a Bologna, si inaugura la mostra pubblica "The Painting Race", un progetto espositivo e performativo realizzato dal trio di artisti anonimi italiani CANEMORTO, curato da Antonio Grulli.
Anche "The Painting Race" è parte di ART CITY e presenta sei "quadri radiocomandati" su ruote disposti in un circuito chiuso che attraversa le sale di Alchemilla.
L'obiettivo del progetto è trasformare la percezione tradizionale dei dipinti su tela, solitamente statici e intoccabili, in opere mobili a disposizione del pubblico. Il circuito, visivamente ispirato a una scultura brutalista e minimale, include anche opere in tessuto dipinte a candeggina su misura per le pareti del Palazzo.
Il claim che introduce la performance è esaustivo rispetto alla domanda che ci dovremmo porre:
“…Il sentimento di competizione: e se fosse questa la benzina che ci permette di avere musei ricolmi di capolavori dei secoli passati?
Quel motore che sentiamo nello stomaco, il desiderio di annichilire i colleghi o di far sparire nel ripostiglio delle cose vecchie gli artisti della generazione precedente.
Vogliamo far finta che non esista? O che non abbia contato nulla nel lungo cammino dell'arte? Sarebbe ridicolo.
In alcuni magici momenti si è creata una sana competizione che ha permesso il fiorire di grandissime stagioni, come nel rinascimento, o nel periodo dal secondo ottocento fino alla seconda metà del novecento, in cui ogni artista ha alzato l'asticella della qualità, delle idee, dei contenuti, delle forme, dell'attitudine, generando nei compagni di strada un misto di ammirazione, invidia, desiderio di competere. E pensare che gli artisti siano delle entità angeliche mosse solo da buoni sentimenti e impegnate per il miglioramento dell'umanità sarebbe ancora più ridicolo, soprattutto per chi ha la fortuna di conoscerli da vicino.”
La mostra annulla le distanze tra opere e visitatori, offrendo al pubblico la possibilità di pilotare i dipinti lungo il percorso, rendendolo protagonista attivo.
Ciò ironizza sulle dinamiche competitive delle fiere d'arte.
CANEMORTO è collettivo, un trio di artisti italiani anonimi attivi dal 2007, noti per indossare maschere, parlare un linguaggio sconosciuto e venerare una divinità canina chiamata Txakurra, diffondendo il suo culto attraverso opere "a sei mani" utilizzando diversi media, le loro performance sono sempre fuori dagli schemi e riflessive.
Avete tempo fino al 16 Marzo 2024.
Durante queste manifestazioni, non è insolito entrare in palazzi straordinari, solitamente chiusi al pubblico, quindi mi sembra anche un ottima opportunità per poter ammirare luoghi di solito inaccessibili.
Come vi dicevo all’inizio di questa newsletter, questi due giorni Bolognesi sono stati anche intrisi di tanta bellezza come quella dei vicoli di questa città straordinaria (ci tornerò presto perché voglio realizzare una Miciporto Bologna) e sopratutto buon cibo.
Sapete che non suggerisco mai ristoranti o luoghi legati al food ammenoché non siano davvero strepitosi, devo dire che i due locali che vi menziono lo sono.
Si tratta di Osteria le sette Chiese e Osteria Broccaindosso, segnateli mi ringrazierete, si tratta di locali con cucina tipica Bolognese vi sembrerà di essere a casa.
Ah dimenticavo…
La pausa caffè o aperitivo fatela da Le stanze Bologna un locale ospitato nei locali della ex cappella della famiglia Bentivoglio, le sue sale sono coperte di affreschi del Settecento.
L’atmosfera è veramente unica.
È soprattutto noto per la sua raffinatezza come cocktail bar, ma in realtà si può anche pranzare o cenare.
Con questo credo di aver finito vi farò dei reel in questa settimana che vi racconteranno un po’ l’atmosfera…
Ci vediamo prossima settimana con la nuova guida Miciporto Napoli rivista e aggiornata è una bomba ve lo dico.
Buona settimana Santa e mi raccomando seguitemi su Threads che ci divertiamo.
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