#10 I luoghi romani di Italo Calvino
Passeggiata (poco impegnativa) nei luoghi del cuore di Calvino
29 Dicembre ci siamo… il 2023 ci sta lasciando.
Ci mancherà? Forse si, ma anche no…
Veniamo da giorni intensi, a tratti ingombranti - parlo dei kg che ci hanno lasciato i pranzi e diciamocelo anche le cene, che tanto tutti poi abbiamo avuto il languirono la sera - che non sono ancora finiti, l’ultimo sforzo per il 31 e poi tutto è passato.
Dai coraggio sono con voi… 2024 ti aspettiamo
ps. Io comunque a questo 2024, forse sto mettendo un po’ di ansia mi rendo conto….
Nuovo anno, nuove esperienze, nuove cose da scoprire, da imparare e questo per me è il bello di ogni inizio, la scoperta, il non sapere cosa ci aspetta è stimolante, mi scatena sempre tanta adrenalina.
“La vita di una persona consiste in un insieme di avvenimenti di cui l'ultimo potrebbe anche cambiare il senso di tutto l'insieme.”
Lo diceva anche Italo Calvino la vita è un insieme di avvenimenti che ci stravolgono ed è proprio da lui che voglio ricominciare a farvi “viaggiare”…
Per chi è a Roma e ha voglia di smaltire i postumi di questi giorni festivi, ma anche per chi successivamente deciderà di venire nella città eterna, ho preparato un mini tour che vi porterà nei luoghi di Italo Calvino. Una breve passeggiata che vi accompagnerà nei luoghi e nelle strade di Roma che giornalmente attraversava il grande scrittore.
“Da Torino, città seria ma triste, m’accadeva di scivolare spesso e facilmente verso Roma. E così forse Roma sarà la città italiana in cui avrò vissuto più a lungo, senza domandarmene il perché”.
Questo diceva di Roma Italo Calvino, una città che lo affascina ma a tratti lo disorienta, lo disgusta. Nel saggio sul Mare dell'oggettività scrive “Roma, vischioso calderone di popoli, dialetti, gerghi, lingue scritte, civiltà, sozzure, magnificenze, non è mai stata così totalmente Roma come per 'Pasticciaccio' di Gadda dove la coscienza razionalizzatrice e discriminante si sente assorbire come una mosca sui petali di una pianta carnivora”.
Il rapporto con Roma e di amore e odio, con questa città non trova la sintonia esistenziale che aveva ad esempio con Torino o con New York o Parigi. Queste erano città che era riuscito a razionalizzare e a decodificare. Roma era un caos, ferma immobile, città ancorata alla sua eternità.
📌 Via Monte Brianzo 56
Da Torino Calvino trasferisce la residenza a Roma la prima volta nel 1965, dopo che si è sposato all’Avana con la traduttrice argentina Ester Judith Singer che lui chiama affettuosamente Chichita. Affitta un appartamento in via Monte Brianzo 56 vicino al Tevere. Ci resta fino al 1967 quando poi si trasferisce a Parigi è qui che nasce sua figlia Giovanna.
📌 Osteria Fratelli Menghi
Già prima però i suoi spostamenti verso Roma erano stati diversi e uno dei suoi luoghi preferiti era l’Osteria Fratelli Menghi, chiamata anche Osteria dei Pittori. E’ uno dei luoghi storici di Roma dove si ritrovavano pittori, attori, musicisti e scrittori principalmente nel periodo tra il 1940 e il 1970. E’ stata per trent'anni un crocevia obbligatorio per gli artisti nella capitale. Si trovava in via Flaminia 57, dove oggi sorge il Caffè dei Pittori, a 300 metri da Piazza del Popolo. Italo Calvino decise di scrivere Il barone rampante mentre ascoltava, durante una delle tante serate trascorse presso l'Osteria, l’avventura dell’artista americano Salvatore Scarpitta su un albero di pepe quando aveva dodici anni.
📌 Teatro dei Satiri di Roma
Non tutti sanno che… Italo Calvino scriveva canzoni.
Nel 1957 nacquero i Cantacronache, un gruppo poetico-musicale torinese di cui facevano parte i migliori giovani intellettuali del momento che aveva come focus: «evadere l'evasione». Del gruppo faceva parte anche lo scrittore che addirittura si esibiva in spettacoli dal vivo. Sì, Calvino ha scritto anche canzoni usando parole leggere per come intendeva lui la leggerezza: rapide, esatte, visibili e molteplici. Parole che successivamente sono state decisive per la nascita di testi dei cantautori italiani. Calvino fu coinvolto da Sergio Liberovici e Michele Straniero, che orbitavano come lui intorno all'Unità, nel progetto di scrivere canzoni «realistiche», legate ai fatti, contestualizzate e opposte a quelle «consumistiche» del Festival di Sanremo. Calvino in persona firmò alcuni dei brani più famosi: Dove vola l'avvoltoio, Canzone triste, Sul verde fiume Po, Oltre il ponte, Il padrone del mondo, Turin la nuit o Rome by night, La tigre, Quando ricordiamo. Il gruppo fu scartato da diverse case discografiche, troppo avanti per i canoni dell’epoca, ma riuscirono a incidere dischi grazie a Canta Italia, e a esibirsi dal vivo. La prima volta avvenne nel maggio ’58 nella sala dell'Unione culturale di Torino a Palazzo Carignano e poi al Teatro dei Satiri di Roma, a pochi passi da Campo de’ fiori, dove Calvino pur di esserci arrivò in treno dormendo sulla reticella del portabagagli.
📌 Campo Marzio 5
Nonostante la sua visione critica Calvino, nel 1980, quando lascia Parigi dopo 13 anni, non ha dubbi, torna a vivere a Roma. Prende una casa nel centro storico, in piazza Campo Marzio 5 vicino al Pantheon, e sopratutto vicino alla casa della sua amica Natalia Ginzburg che abitava al numero 3. In questa casa con uno splendido terrazzo ci resta fino alla morte, ma il suo sguardo critico su Roma non cambia. Nel romanzo Palomar, pubblicato nel 1983, scrive disilluso “Per il resto, Roma, come l'Italia e come gran parte del mondo, è dominata dalla nevrastenia generale, è il luogo delle complicazioni superflue e delle approssimazioni confuse, è un luogo nel quale tutti si fanno in quattro per proclamare opinioni e giudizi e nessuno conosce più l'arte del silenzio, che è più difficile dell'arte del dire”. Ma quella è anche la casa dove lo stesso Palomar ci ha abitato : è lui che guarda Roma dalla terrazza che si spalanca sui tetti, è lui che osserva il volo geometrico degli storni, le loro evoluzioni tra le cupole.
📌 Biblioteca Nazionale di Roma
La casa di Campo Marzio non si può visitare ora quella casa è di Thom Yorke, ma, Andrea De Pasquale, direttore della Biblioteca Nazionale di Roma è riuscito, non con poche difficoltà, ad acquistare e ricostruire il salotto-studio di Italo Calvino presso la sede di Castro Pretorio. Un lavoro certosino che ha portato a fotografare tutto, scaffale per scaffale, per riprodurre fedelmente lo stesso ordine nella sede attuale. “La casa era una sorta di giardino incantato, si operava con timore reverenziale quasi come in un sogno, come se si sentisse che quei libri, quelle farfalle, erano concessi per enorme sbaglio”, dice De Pasquale durante l’inaugurazione dello spazio. Le librerie con settemila volumi, i quadri, la scrivania, i divani vissuti da uno degli autori "più labirintici e complessi del Novecento”, oggi sono fruibili a tutti noi.
📌 Libreria Cesaretti
A pochi metri da Campo Marzio, in via Piè di Marmo si trova la più antica libreria di Roma nata nel 1888, quella che possiamo definire la libreria del cuore di Calvino: Libreria Cesaretti. Dopo cinque generazioni questa libreria continua ancora oggi la sua attività, grazie a Saverio e Amedeo, padre e figlio. Questo luogo custodisce la storia e l’anima di una Roma che nemmeno Calvino aveva mai realmente compreso, eppure questo luogo diventa il suo luogo, riesce a rapirlo. Quaranta metri quadrati dove sono impilati in colonne e serrati in scaffali e librerie, migliaia di libri, antichi e usati. Di qui sono passati Trilussa, grande amico del nonno di Saverio; Pertini, Aldo Moro, Napolitano, Giovanni Falcone… Calvino è stato cliente fisso di questo piccolo angolo di Roma. Fu Natalia Ginzburg a presentarlo a Saverio, lei era grande amica di sua mamma. Il loro era un rapporto onesto, sincero, avevano trovato un’accordo che prevedeva un baratto, Saverio lo chiamava “il professore”. Facevano uno scambio, Saverio andava a casa sua e prendeva dei libri che gli spedivano le case editrici per scrivere le recensioni, e in cambio lui andava in libreria e sceglieva qualche libro. Un rapporto d’altri tempi, come d’altri tempi sono le centinaia di storie e aneddoti che raccontano ancora oggi Saverio e Amedeo. Poesia pura che solo in questi luoghi possiamo ancora trovare, forse per quello Calvino lo amava.
📌 Ristorante la Campana
Non poteva che essere il più antico ristorante d’Europa con più di 500 anni di storia il ristorante preferito di Calvino, si tratta de La Campana che ha aperto i battenti nel 1518. Ospiti storici di questo ristorante romano, nel corso dei secoli, sono stati anche Johann Wolfgang von Goethe che ha raccontato questa esperienza gastronomica nel libro "Ricordi di viaggio in Italia", i reali di Spagna e di Belgio, l'ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. I piatti tipici del locale, oggi come allora, sono quelli della tradizione romana: vignarola, carciofi alla giudìa, trippa e pasta broccoli e arzilla. Il ristorante esiste ancora è in vicolo della Campana, 18 la sede storica, non si è mai spostato da li, ma dovete prenotarlo per tempo.
📌 Sede romana di Einaudi
In via Uffici del vicario al numero 49, si trovava la sede romana di Einaudi a pochi metri da quella che era casa di Calvino. Vi consiglio di visitarla il suo cortile è molto affascinate.
Un breve itinerario che vi farà attraversare le vie che giornalmente attraversava il grande scrittore, vi farà parlare con chi lo ha conosciuto realmente e vi farà mangiare nel suo ristorante preferito.
Nel mentre vi ricordo che fino al 4 Febbraio avete tempo di visitare la mostra “Favoloso Calvino” alle Scuderie del Quirinale.
Noi ci vediamo ad anno nuovo, il 2024 sarà un anno di grandi novità per me e spero anche per voi.
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